Il Centro Milarepa è un’associazione di culto, studio e meditazione Buddhista Vajrayana fondata dal Ven. Lama Kalu Rinpoche nell’ambito della scuola Kagyupa (letteralmente: la linea della tradizione orale), la cui guida spirituale è S.S. Gyalwa Karmapa. Il Centro Milarepa promuove la pratica e la diffusione degli insegnamenti della Dottrina Buddhista per il bene di tutti gli esseri ed è aperto a chiunque desideri conoscerli e praticarli.
E’ stato uno dei primi centri buddhisti fondati in Italia e un punto di riferimento importante per la diffusione del Buddhismo in Italia. Fondato a Pinerolo nel 1980, nel 1986 si è trasferito a Val della Torre e nel 2003 ad Avigliana, oggi la nuova sede è a Torino in via De Maistre 43\c.
Il maestro residente è stato per molti anni il Ven. Lama Giang Ciub Sondup, a cui è stata affidata la direzione spirituale del centro dal 1982, dal 2007 il nuovo maestro e Lama residente è Sciartrul Rinpoche.
Le attività del Centro
L’attività principale è la pratica e la diffusione degli insegnamenti della dottrina buddhista.
In particolare vengono impartiti gli insegnamenti del corpus del buddhismo Tibetano, Mahayana e Vajrayana. Gli insegnamenti sono sia di natura teorica che pratica. Anche se il centro si rifà alla tradizione Shangpa Khagyu l’approccio è di tipo Rimè, per cui vengono impartiti tutti gli insegnamenti delle varie scuole tibetane (Kagiupa, Nigmapa, Sakhyapa, Gelupa e Kadampa) senza settarismi, prestando una particolare attenzione, però, alle pratiche della scuola Kagiupa (in particolare le pratiche preliminari del Ngondro) e della tradizione Shampa (come i sei yoga di Niguma). Soprattutto le pratiche preliminari e di base della scuola Kagiupa sono elementi centrali del programma.
Particolare attenzione è data inoltre a tutti quegli insegnamenti sulla meditazione di calma mentale e sull’Amore e Compassione, che sono d’interesse sia per i buddhisti ma anche per coloro che buddhisti non sono, ma sono interessati a conoscere i mezzi di crescita individuale che il buddhismo conserva in una tradizione millenaria.
In genere, i fine settimana sono dedicati alla meditazione, allo studio con insegnamenti regolari e progressivi, al conferimento di iniziazioni, allo svolgimento e al coordinamento di altre iniziative (traduzioni di testi di pratica e pubblicazioni, corsi di lingua tibetana, incontri con altri gruppi, ecc).
Di base gli insegnamenti vengono impartiti dal maestro residente il Ven. Sciartrul Rinpoche. Ma a completamento dei programmi, lama e maestri qualificati italiani e stranieri vengono invitati regolarmente o saltuariamente per insegnamenti, conferenze e rituali.
Nei periodi di vacanza si tengono ritiri residenziali di pratica intensiva. Si organizzano, inoltre, conferenze e corsi di meditazione fuori sede.
Altre attività hanno lo scopo di preservare la cultura tibetana e anche sostenere il centro (come ad esempio le cene tibetane), inoltre la nostra associazione è spesso presente in modo attivo in manifestazioni di interesse cittadino e nazionale di tipo religioso, sociale e culturale (una su tutte Torino Spiritualità).
Il Centro possiede una grande sala (Gompa) per gli incontri degli insegnamenti e della meditazione, con tutti gli elementi tradizionali, che ospita una vasta collezione di oggetti: statue, testi in lingua tibetana, tanka (dipinti su tela) strumenti musicali ecc…, che fanno parte del Buddhismo tibetano e che hanno un valore religioso e culturale particolare. E’ presente anche una ricca biblioteca di libri in italiano e in altre lingue, a disposizione dei propri associati. La sede ha anche una boutique di oggetti per la pratica e di oggettistica e abbigliamento indo-tibetana aperta ai soci. Accanto al Gomba vi è l’appartamento del Lama residente, la cui vicinanza consente di avere un contatto continuo e diretto con l’insegnante e che, da ormai trent’anni, è una peculiarità e benedizione del centro Milarepa.
Fondatore
Lama Vajradhara Kalu Rinpoche nacque nella provincia del Kham, Tibet orientale, nell’anno 1904. Fu riconosciuto come un’emanazione di Jamgön Kontrül Lodrö Taye (1813-1899), il principale artefice del movimento Rimé (non settario) di apertura tra le differenti scuole Buddhiste tibetane. Rinpoche iniziò all’età di circa sette anni lo studio della dottrina tradizionale e iniziò, sedicenne, il tradizionale ritiro di tre anni e tre mesi. In seguito ricevette insegnamenti e iniziazioni da altri numerosi Maestri, tra cui S. S. il XIV Dalai Lama (1935), S. S. il XVI Gyalwa Karmapa (1924-1981) e Dudjom Rinpoche (1904-1987). Dopo vari pellegrinaggi nei luoghi sacri del Tibet, a partire dai venticinque anni, Rinpoche trascorse dodici anni in ritiro solitario, in grotte e altri luoghi isolati. Successivamente, su richiesta del Suo Lama Radice, diresse i ritiri di tre anni a Pelpung, un'attività che esercitò per molti anni, formando un gran numero di discepoli. Nel 1955, S. S. il XVI Gyalwa Karmapa lo invitò a recarsi in India e in Bhutan per preparare l’esodo dei Buddhisti dal Tibet in seguito all’occupazione cinese. In Buthan accettò l'invito di diventare abate di un grande monastero oltre che cappellano della famiglia reale. A Sonada, presso Darjeeling in India, fondò nel 1962 un Centro di ritiri e vi stabilì la Sua sede. Lì, intorno al 1968, lo incontrarono i primi occidentali che sarebbero diventati i suoi discepoli. Come patriarca della tradizione "Shangpa Khagyu", divenne uno dei maestri spirituali più stimati da tutte le tradizioni tibetane, famoso soprattutto per la sua realizzazione e per l'insegnamento degli yoga spirituali e delle pratiche più elevate, il mahamudra e lo dzogchen. Dal 1971 fino alla Sua morte (10 maggio 1989), ha compiuto molti viaggi in Europa, America ed Asia, facendo dono dei Suoi preziosi insegnamenti e dando iniziazioni e benedizioni a moltissime persone. Ha fondato oltre settanta Centri di Dharma in tutto il mondo, tra i quali, nel 1980 a Pinerolo, il Centro Milarepa, nuovamente visitato da Rinpoche nel febbraio 1983 e nel dicembre 1984. Grazie alle Sue complete realizzazioni spirituali e spinto dal Suo immutabile voto di guidare gli esseri verso la definitiva liberazione dalla sofferenza, Lama Ranjung Künkhyab Kalu Rinpoche si manifesta oggi in una nuova esistenza nella persona di Kyabdje Yangsi Kalu Rinpoche. Tulku Yangsi Kalu Rinpoche è nato il 17 settembre 1990 a Sonada, ed è stato riconosciuto come rinascita di Kalu Rinpoche da S. S. il XIV Dalai Lama e da S. E. Tai Situ Rinpoche, e la Sua sovranità spirituale è stata ufficialmente celebrata nel Suo monastero di Sonada il 28 febbraio 1993, alla presenza dei Maestri di tutte le scuole di Buddhismo e dei Lama rappresentanti i Centri di Dharma asiatici e occidentali da Lui fondati nella vita precedente.
Nel novembre del 1994 all’età di soli 4 anni è venuto a Torino, ospitato dal Centro Milarepa, accolto da numerosissimi discepoli venuti per l’occasione da varie parti dell’Italia e dell’Europa.
Breve storia del Centro Milarepa
Il Centro Milarepa è sicuramente una delle realtà più antiche e stabili del panorama del buddhismo in Piemonte e in Italia.
E’, infatti, uno dei primi centri buddhisti nati in Italia; già nel 1977 un piccolissimo gruppetto di persone (in particolare Ezio Guglielmino) aveva domandato al Ven. Kalu Rinpoche di fondare un centroShangpa Khagyuqui in Italia. Dai racconti tramandati si dice che Kalu Rinpoche a questa richiesta si sia messo a ridere di gusto e poi abbia detto che si sarebbe chiamato Centro Milarepa!
Il nome del grande Yogi tibetano, che riuscì a raggiungere l’illuminazione in una sola vita superando grandissime prove grazie alla sua determinazione. Un nome che già di per sé porta una enorme benedizione, si dice che anche il solo sentirlo con un atteggiamento di devozione può chiudere le porte alle rinascite inferiori per sette vite.
Il Centro Milarepa è quindi nato in un periodo molto particolare in cui in Europa e negli Stati Uniti stavano nascendo i primi centri buddhisti, in particolare nel buddhismo tibetano grazie all’attività del Ven. Kalu Rinpoche e di altri importanti Lama.
Nel 1980 iniziarono le vere e proprie attività in una piccola sede in affitto in Via Buniva a Pinerolo e con la prima visita del Ven. Kalu Rinpoche.
Nel 1982 Kalu Rinpoche fece venire il Ven. Lama Giang Giub come Lama residente del centro e le attività incominciarono ad avere una frequenza regolare grazie alla Sua presenza nella sede di Pinerolo in via Saibante. Kalu Rinpoche tornò a dare un ciclo di insegnamenti.
A quell’epoca in Italia erano ancora pochi i centri buddhisti e il centro Milarepa diventò subito uno dei punti di riferimento per i buddhisti italiani, sia per la serietà che per la stabilità dell’attività svolta.
In particolare il fatto di avere un Lama residente creava un’opportunità per quei tempi veramente rara, perché si poteva ricevere un insegnamento diretto, costante e puro. D’altro canto bisognava ottemperare a incombenze pratiche come il Suo mantenimento, la traduzione, la gestione dei documenti, la gestione della sede ecc…
Negli anni molte persone hanno dovuto occuparsi della gestione pratica, che a volte è stata molto difficoltosa da affrontare e che ha creato, crediamo, d’altra parte, molti meriti. L’incontro tra l’insegnamento spirituale e le incombenze pratiche della realtà di tutti i giorni è stata, per chi se ne è occupato, una preziosa opportunità (a volte esaltante, a volte molto faticosa) di lavoro su se stessi, sulla propria determinazione e fede e di confronto con altre persone spesso molto differenti tra loro. Tanto più che il centro Milarepa si è caratterizzato (un po’ come lo stesso Milarepa) per uno spirito nomade, che lo ha portato a cambiare sede e situazione molto di frequente, adeguandosi ai diversi momenti, spesso ricominciando da capo.
Uno degli elementi che è stato possibile sviluppare sia negli anni di Pinerolo, che in quelli successivi, fino ad oggi grazie alla presenza di un Lama tibetano e al grossissimo impegno e alla dedizione di traduttori come Ezio Guglielmino, Margherita Blanchetti, Felice Bachmann e Ginetta Rossi, è stata la traduzione di molti testi, in particolare Sadhane per la pratica.
Visto che l’attività del centro di via Saibante andava molto bene, molte persone da tutta Italia venivano a ricevere gli insegnamenti e anche molti importanti maestri (Kalu Rinpoche stesso, Jamgon Kongtrul, Trangu Rinpoche, Lama Denis, lama Ole Nydal, lama Yonten, lama Tenzin ed altri) venivano ad offrirli, si decise di prendere una sede più grande e di acquistarla.
La scelta ricadde nel 1989 su una grande villa a Valdellatorre, per cui si accese un mutuo. Negli anni grazie alla generosità delle persone, alla grande attività e al prestito del fondo Piga si potette acquistare questa grande struttura. Si può dire che furono gli anni d’oro del centro in cui moltissime persone da tutta Italia e dall’estero venivano a ricevere gli insegnamenti, in particolare nei mesi estivi si riusciva a fare tre ritiri residenziali con parecchi partecipanti. La sede del centro era anche un punto di riferimento per altri gruppi torinesi che avevano bisogno di incontrarsi e che non avevano una sede. Inoltre persone come Elsa Bianco oltre ad essere responsabili del centro diedero un grande apporto e sviluppo all’Unione Buddhista Italiana. Bisogna sottolineare a questo riguardo che, anche se non con il peso dato da Elsa, che è stata Presidente dell’Unione e grande importanza ha avuto per l’Intesa dell’8 per mille, l’apporto del centro non è mai mancato in tutti questi anni, anche in quelli più difficili sia per il centro che per l’Ubi stesso.
Tantissime persone quindi vennero in contatto con il centro in quegli anni e altri Maestri vennero in visita e a dare i loro insegnamenti (il piccolo Yangsi Kalu Rinpoche, la Ven. Kandro Rinpoche, il maestro Thanavaro e altri).
Verso la fine degli anni ’90 l’affluenza al centro ebbe un grosso calo, a causa sia di un minor interesse nei riguardi del buddhismo in generale, sia per la nascita di molti centri in tutta Italia e in Piemonte stesso e la tendenza delle persone quindi ad appoggiarsi alla realtà più vicina.
Questo cambio di situazione, la gestione della sede sempre più difficile, portarono il Ven. Lama Giang Giub a decidere di vendere la casa, di finire il progetto della costruzione di un grande Stupa non più a Valdellatorre come inizialmente programmato, ma in Nepal, nel sacro luogo di Swayanbunath.
Dopo essere riusciti a vendere la villa di Valdellatorre iniziò un periodo tra i più difficili: senza sede, con tutte le proprietà sparpagliate in diversi luoghi, la mancanza di molte figure storiche che negli anni si erano occupate del centro. Con grande determinazione, grazie all’impegno di alcuni, si riuscì a continuare l’attività in sedi estemporanee e poi a casa di un socio, che ospitava anche parte delle proprietà e lo stesso Ven. Lama Giang Giub. Anche se il numero di persone che frequentava era minore rispetto al passato si riuscì a mantenere la solita frequenza del programma di insegnamenti. Fino a che nel 2003 si acquistò una nuova sede ad Avigliana per continuare le attività. Fu un po’ come ricominciare da capo, grazie alla costanza del Lama, all’apporto di altri maestri sempre presenti (Thanavaro, Gendun Tarchin, Lama Luigi, Lama Rabsel e altri) e alla determinazione di alcune persone che via via si sono fatte carico delle sempre nuove e a volte molto difficili incombenze pratiche, si è potuto continuare a donare i preziosi insegnamenti della tradizione del buddhismo tibetano. In quegli anni si ebbe anche la grazia di poter invitare una delle figure più importanti della scuola Kagyu del buddhismo tibetano, e cioè S.S. Shamar Rinpoche.
Lama Giang Giub, su suggerimento del suo maestro il Ven. Chatral Rinpoche, aveva già deciso di tornare a passare la fine della sua vita in Nepal e per cui, dopo averci visitato alcune volte in precedenza, nel 2008 Sciartrul Rinpoche è diventato il Lama residente del centro. Accanto a lui poi si sono aggiunti il Ven. Lama Thubten e Lama Dorje. Con Rinpoche si è deciso di cambiare nuovamente sede e insediarci in Torino. Vendere casa ad Avigliana impiegò parecchio tempo e nel 2011 riuscimmo a spostarci a Torino, ricominciando di nuovo con un nuovo trasloco, una nuova ristrutturazione ecc…
In tutti questi anni le cose sono mutate parecchie volte, grazie al centro Milarepa moltissime persone hanno avuto la possibilità di venire in contatto con gli insegnamenti del buddhismo e con numerosi Maestri, le persone che si sono occupate del centro sono state molte, spesso sono cambiate, come in una staffetta, con alcune presenze più stabili. Ci sono stati periodi facili e alcuni molto difficili. Oggi il centro è una realtà torinese, con una sede, un Lama residente, attività a cui partecipano persone sia provenienti dal Piemonte che da fuori, Italia ed estero. Grazie alla presenza continua del Ven. Sciartrul Rinpoche, e all’impegno di persone volenterose che se ne occupano, il centro continua ad essere un punto di riferimento per l’insegnamenti buddhista, proponendo una programmazione continua (almeno due corsi mensili e incontri di pratica settimanali). In particolare negli ultimi anni si è caratterizzato per essere un centro cittadino in una città importante come Torino.
Negli ultimi anni agli insegnamenti già donati in passato Sciartrul Rinpoche ha aggiunto nuovi cicli di pratiche (come gli insegnamenti e i ritiri dei 6 yoga di Niguma) che rendono il programma del centro particolarmente ricco e raro.
Speriamo di poter continuare così ad essere un punto di riferimento per il buddhismo sia per la città di Torino che per l’Italia intera.
E MA HO
(Francesco Puleo)
Il buddhismo in Tibet
Il Buddhismo che arrivò in Tibet fu fondamentalmente quello Vajrayana e il principale artefice della sua diffusione fu Padmasambhava, chiamato anche Guru Rimpoche, un maestro tantrico che arrivò nel Paese delle Nevi nell'ottavo secolo su invito del re Trisong Deutsen che voleva diffondere tra i suoi sudditi la dottrina del Buddha. Padmasambhava cominciò la sua missione convertendo i membri della famiglia reale e diversi nobili di corte. Ebbe così inizio quella che viene definita la "Prima diffusione della Dottrina", della quale furono protagonisti anche altri maestri indiani tra i quali il monaco Santarakshita e Vimalamitra, e che vede il suo momento più emblematico nella costruzione di Samye, il primo monastero buddhista del Tibet alla cui edificazione partecipò lo stesso Guru Rimpoche.
Nella prima metà dell'ottavo secolo, sotto il patronato di Trisong Deutsen, vengono portati dall'India numerosi testi buddhisti (tantra) che sono tradotti in tibetano da un gruppo di 108 traduttori. Padmasambhava conferisce numerose iniziazioni, dà molteplici insegnamenti in differenti luoghi del Tibet centrale e in breve tempo riunisce un nutrito gruppo di discepoli, venticinque dei quali furono considerati i principali. Questi, a loro volta, si impegnano in una vasta opera di diffusione del Buddhismo che inizia a divenire popolare anche fuori dagli ambienti di corte. Si celebrano le prime ordinazioni monastiche, si tengono i primi grandi raduni religiosi, si sviluppa un'ampia comunità buddhista che comprende sia monaci sia laici. In poco meno di due secoli il Buddhismo vajrayana si diffonde in Tibet, particolarmente in quello centrale, e un numero sempre maggiore di tibetani si converte all'insegnamento del Buddha. Durante il regno del re Langdarma (decimo secolo) il Buddhismo fu sottoposto a una repressione di tale intensità che di questa tradizione quasi non rimase traccia. Il lignaggio che Padmasambhava, e gli altri maestri avevano portato nel Paese delle Nevi venne preservato solo da alcuni yogin che, nell'isolamento dei loro eremi sperduti, salvarono i testi e le relative pratiche spirituali. Per quanto riguarda invece la tradizione monastica che era stata fondata da Santarakshita, fu salvata da tre monaci che fuggirono dal Tibet centrale e si rifugiarono nelle regioni orientali. Qui, lontano dalla furia iconoclasta del sanguinario Langdarma, poterono mantenersi fedeli ai loro voti e quando, dopo circa un secolo, dieci loro discepoli tornarono nella zona di Lhasa il monachesimo tibetano riprese a vivere anche nel Tibet centrale.
A partire dal decimo secolo il Buddhismo torna dunque a propagarsi in Tibet. Quel poco che si era salvato dalle persecuzioni si riorganizza, i vecchi templi sono riaperti, i contatti con l'India vengono ristabiliti, nuovi maestri giungono sul Tetto del Mondo e nuovi monasteri sono edificati. Gli storici sono soliti chiamare Tan-Pa Nga-dar (Prima diffusione della Dottrina) il periodo di tempo compreso tra il settecento e il novecento quando vennero tradotti in tibetano i Tantra Antichi (Sang-Nags Nga-a-Gyur) mentre i secoli decimo e undicesimo sono noti come Tan-Pa Phyi-Dar (Seconda diffusione della Dottrina). In questo periodo, ad opera di rinomati traduttori come Rinchen Zangpo (958-1051), Drogmi Sakya (993-1050) e Marpa Chokyi Lodro (1012-1099), vengono tradotti i Nuovi Tantra (Ngags Sarma) con i quali l'intero corpo dottrinario buddhista è trasmesso in Tibet. Il Paese delle Nevi è nuovamente attraversato da una grande ondata di entusiasmo per il Buddhismo che adesso si diffonde in ogni angolo della nazione e diviene così la religione di gran lunga maggioritaria e tale è rimasta fino ai nostri giorni. Le vie che collegano India e Tibet sono affollate in entrambi i sensi. Alcuni tra i più rinomati maestri spirituali giungono dalle montagne himalayane e dalle pianure gangetiche e gruppi sempre più numerosi di giovani tibetani affrontano viaggi lunghi e pericolosi per andare a ricevere il prezioso insegnamento del Buddha direttamente dai guru che vivono ancora nel sub-continente indiano. Con i primi decenni dell'undicesimo secolo cominciano a prendere forma in Tibet i differenti indirizzi buddhisti che ben presto daranno vita a numerose scuole le quali, se da un lato si riconoscono tutte nelle idee generali del Buddhismo vajrayana, dall'altro divergono sui mezzi più idonei per metterle in pratica.
(Pietro Verni)
Il Rimé
“senza limitazioni”, quindi “non settario” – è un movimento di risveglio sorto in Tibet nel secolo XIX, che aspira a superare le divisioni fra le scuole e i “sistemi”. Chiamato dagli studiosi “eclettico”, afferma però di non essere relativista, perché chiede a ciascun praticante di rispettare tutte le scuole scegliendone però una e in essa impegnandosi fino in fondo.
Milarepa
Mila Thöpaga (Thos-pa-dga') nacque nel 1052 d.C. nel Tibet occidentale, nel villaggio di Kya Ngatsa nella provincia di Gung-thang, vicino al confine con il Nepal. Suo padre morì quando egli aveva solo sette anni e, da quel momento, tutte le proprietà di famiglia caddero sotto il controllo degli avidi zii, che trattarono Mila e la madre come schiavi. La madre di Mila accumulò immenso rancore e, non appena suo figlio fu abbastanza grande, vendette la metà di un piccolo campo che possedeva affinché potesse fuggire e recarsi a studiare magia nera. La sua speranza era quella che questa arte gli avrebbe conferito la capacità di vendicarsi dei parenti. Il giovane Mila apprese rapidamente dal lama Yungtun-Trogyal come guidare le potenze della distruzione e le utilizzò esaudendo i desideri dalla madre: evocò demoni e suscitò svariate catastrofi che portarono velocemente alla rovina il villaggio ove vivevano i suoi parenti, causando così la morte di molte persone. Il suo maestro di magia nera, trovatosi per la prima volta a confrontarsi con una tale distruzione, rimase scioccato e, comprendendo la natura negativa dei suoi insegnamenti, lo mandò via affinché potesse trovare qualcuno in grado di insegnargli come neutralizzare il karma negativo accumulato attraverso la pratica della magia nera. Così egli divenne allievo di un lama della scuola Nyingma, che presto, però, lo indirizzò a Marpa, il famoso lama traduttore. Fu così che, all'età di 38 anni, Mila divenne allievo del grande traduttore Lotsawa Marpa, il quale gli concesse di restare nei suoi terreni, ma si rifiutò di ammetterlo tra i suoi studenti e di concedergli qualsiasi insegnamento. Per sei anni Mila venne trattato come un servo e gli fu ordinato di svolgere lavori che mettevano alla prova il suo fisico con difficoltà insostenibili. Gli fu addirittura ordinato di costruire e distruggere ripetutamente una torre di nove piani. Non lasciandosi scoraggiare dai progetti alquanto mutevoli di Marpa, Mila riuscì a completare il lavoro (e la torre da lui costruita svetta tuttora in Tibet). Giunse la fine degli anni di lavoro, durante i quali il karma negativo di Mila venne esaurito grazie al duro comportamento del suo insegnante Marpa, che poté finalmente iniziare ad istruirlo. Lo preparò velocemente ad una vita di meditazione solitaria e lo mandò a meditare in totale isolamento per un anno nelle caverne d'alta montagna. Al suo ritorno Marpa convocò i suoi principali discepoli e trasmise a ciascuno di essi uno degli insegnamenti ricevuti dal suo maestro Naropa: il corpo illusorio (sgyu-lus), la chiara luce (hod-gsal), lo stadio intermedio (bar-do), il controllo del sogno (rmi-lam) e il trasferimento della coscienza (pho-wa). A Mila venne trasmesso il potere del fuoco interiore (gtum-mo), che consente di non usare vesti di lana: da quel giorno gli fu dato il soprannome di re-pa ("vestito di tela"). Milarepa si impegnò nella meditazione con ardore e devozione, sino a raggiungere la completa illuminazione. Presto la sua fama si diffuse e molta gente iniziò a cercarlo per ascoltare i sublimi canti per mezzo dei quali esprimeva la sua realizzazione.
Continuò a condurre una vita molto semplice, impartendo insegnamenti ad una cerchia ristretta di ventuno discepoli: otto "maggiori" e tredici "minori". I suoi discepoli più importanti furono: Je Gampopa, Rechungpa, Shiwa Od Repa, Sewan Repa, Ngang Dzong Changchub Gyalpo, Khyra Repa, Drigom Repa e Sangye Kyab Repa. Morì all'età di 84 anni nel quattordicesimo giorno dell'ultimo dei tre mesi invernali dell'anno della Lepre di Bosco [1135 d.C.], all'alba.